Alcuni segnali indicano una predisposizione sempre maggiore alla stipula di una polizza attraverso metodi e canali digitali, da parte degli utenti.
In primo luogo, la vicenda Ethos, intermediari nativi digitali specializzati nel ramo vita che hanno portato a casa altri 200 milioni di dollari quest’anno.
Questi incrementi importanti per chi lavora nel settore assicurativo attraverso il digitale non sono più una novità. Aggiornamenti importanti sono arrivati anche da un attesissimo rapporto di Capgemini ed Efma, il “World Insurance Report 2021”.
Nel comunicato stampa che annuncia questo nuovo rapporto e i suoi risultati, viene riportato questo titolo: “Gli assicuratori devono fondere modelli di distribuzione fisici e digitali per fornire un’esperienza cliente superiore in un mondo post-pandemia”.
Improvvisamente la “distribuzione”, l’insieme di processi che consente l’acquisizione dei clienti attraverso i canali assistiti da consulenti e self-service dei clienti – che, non a caso, ora sono principalmente entrambi digitali – è, per usare un vecchio termine quotidiano, un “above the fold” ovvero il core business.
Cosa sta consentendo a Ethos, startup di 6 anni, di crescere del 500% anno su anno mentre si avvicina a $ 100 milioni di profitto?
Un metodo distributivo, che consegna le polizze vita nelle mani dei clienti in 10 minuti.
Per gli assicuratori tradizionali, tale processo può richiedere 10 settimane o più.
Costruire un metodo distributivo in grado di affiancare l’attività tradizionale ad un canale puro online, significa dotarsi della possibilità di acquisire potenziali clienti in pochi minuti.
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