Pianificazione Finanziaria di lungo periodo: con i PIR opportunità reali dall’economia

Le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria hanno evidenziato i rischi della scarsa propensione ad una pianificazione finanziaria di lungo periodo che caratterizza l’Italia.

PIR e intermediari del credito

Tutti i principali studi del settore, infatti, evidenziano come la tendenza degli italiani sia quella di mantenere i risparmi sotto forma di liquidità. Rendendoli, in questo modo, improduttivi, a scopo precauzionale.

Tuttavia, il rovescio della medaglia è che, a fronte di imprevisti, le risorse accantonate senza una pianificazione che tenga in considerazione disponibilità e necessità, si stanno rivelando insufficiente ad affrontare spese importanti o periodi prolungati di riduzione del reddito.

Laddove non vengano utilizzati, inoltre, gli accantonamenti sono soggetti all’erosione del potere d’acquisto, a causa di costi di gestione ed inflazione.

Tutto ciò rischia di rendere vani gli sforzi messi in campo per accantonare risorse, che, al contrario, una corretta pianificazione potrebbe ottimizzare e valorizzare.

PIR ed economia di lungo periodo, il futuro degli intermediari? 

Nell’individuazione degli strumenti di pianificazione finanziaria di lungo periodo, i Piani Individuali di Risparmio (e le soluzioni PIR – compliant) sono destinati a ritagliarsi un ruolo sempre più importante del risparmiatore – investitore.

La possibilità data dai PIR di proiettarsi su un orizzonte temporale di medio – lungo periodo consente, innanzitutto, di evitare le trappole mentali che possono portare a scelte irrazionali, dettate dalla contingenza del momento, sull’onda dell’emotività.

In secondo luogo, i PIR consentono di beneficiare dei vantaggi di un investimento di medio e lungo periodo. Questo perché la prospettiva ampia permette di spalmare i rischi nel tempo, con l’effetto di mitigarli con le buone performance.

Il legislatore stesso ha incentivato la scelta dei PIR come strumenti con un orizzonte di medio e lungo periodo. Solo mantenendo l’investimento per almeno 5 anni, infatti, è possibile beneficiare della detassazione completa dei rendimenti.

Su questi ultimi graverebbe l’aliquota del 26% – un beneficio, quello della detassazione, che non è concesso nemmeno ai titoli di Stato. A questi ultimi, infatti, si applica il 12,5%, a testimonianza del ruolo assegnato ai PIR.

PIR, le opportunità post – Covid dell’economia reale

Sin dalla loro istituzione con la legge di bilancio 2017, i PIR sono stati pensati per incentivare gli investimenti in piccole e medie imprese. Questo sia da parte di investitori privati che istituzionali.

Le novità normative che si sono succedute nel tempo hanno rafforzato la valenza dei PIR. Questi ultimi individuati come veicolo per mettere in contatto gli investitori con l’economia reale, motore dell’economia nazionale.

Questo aspetto è stato ulteriormente implementato con l’introduzione del tax-credit sui PIR “alternativi”, complementari ai PIR tradizionali, da cui di differenziano perché consentono di investire sulle PMI non solo in modo diretto, ma anche indiretto.

Il credito d’imposta

Il tax-credit è stato introdotto con la legge di Bilancio 2021. Consente di ottenere un credito di imposta che compensi eventuali perdite, minusvalenze e differenziali negativi derivanti da PIR alternativi per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2021.

Condizione per beneficiare di questo credito d’imposta è sempre il mantenimento dell’investimento per almeno cinque anni. Il tax-credit, inoltre, non deve eccedere il 20% delle somme investite negli strumenti medesimi.

Le diverse novità normative che si sono susseguite nei mesi scorsi nell’ambito dei Piani Individuali di Risparmio, segnalano l’attenzione che il legislatore ha verso questo tipo di strumenti. Sono infatti previste agevolazioni fiscali per ora uniche.

D’altra parte, per gli stessi investitori, destinare una quota delle proprie risorse al tessuto imprenditoriale – con i PIR tradizionali o con  quello alternativi – può significare accedere ad importanti opportunità.

Il grande piano di rilancio sarà sostenuto dai fondi di Next Generation EU. Esso si focalizzerà proprio sull’economia reale e sul rilancio di aziende e PMI che avranno strumenti importanti per investire su sostenibilità, digitalizzazione. Accrescendo, in questo modo, la propria competitività.

Nell’ottica di un circolo virtuoso, l’economica reale potrà essere così portatrice di opportunità che, attraverso una corretta pianificazione appropriata al profilo, ciascun investitore potrà cogliere anche attraverso i PIR.

Da questo Report di mercato è chiaro il ruolo svolto dagli intermediari del credito nel consigliare ai privati – ma anche alle PMI – la soluzione migliore per fare investimenti e sviluppare un incremento del proprio business.

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