Intermediari del credito e liquidità per le imprese

La carenza di liquidità è un problema che da sempre affligge gran parte delle imprese italiane.

Tuttavia, con la chiusura delle attività – resasi necessaria per frenare l’epidemia di Coronavirus – si è scatenata una vera e propria crisi.

I mediatori creditizi possono essere un valido ausilio per l’impresa.

Di seguito una breve guida per fornire una panoramica delle fonti di finanziamento, tradizionale ed innovative, a cui le imprese possono attingere per ottenere liquidità nel più breve tempo possibile.

Finanziamenti con il Decreto Liquidità: chi ne può agevolare?

Chiariamo innanzitutto che quando si parla del Decreto Liquidità, non si tratta di finanziamenti a fondo perduto, ma di prestiti bancari assistiti da garanzia pubblica.

Per accedervi è necessario chiedere un regolare finanziamento dalla propria banca.

Per le imprese fino a 499 dipendenti e professionisti già titolari di partita IVA, il Decreto Liquidità prevede una garanzia del 100% su finanziamenti.  Pari cioè al 25% dei ricavi dell’impresa e in ogni caso non superiori a 25mila euro.

Per importi superiori, fino ad un massimo di 5 milioni, la garanzia pubblica può arrivare a coprire fino al 90% del valore del credito. È possibile in ogni caso arrivare ad una copertura del 100% nel caso in cui sul finanziamento ricada anche la garanzia di un Confidi.

L’invoice trading

Per effetto del Decreto, anche le imprese in difficoltà possono ottenere più facilmente credito dalle banche.

Tuttavia, per un’impresa già fragile sotto il profilo della solvibilità, un ulteriore prestito potrebbe causare una situazione di sovraindebitamento difficile da superare.

Anche in questo caso, può essere utile ricorrere all’invoice trading .

Con questa formula, l’impresa può cedere, attraverso piattaforme web specializzate, le fatture non ancora scadute ad investitori qualificati e ricevere subito un acconto pari al 90% del valore del credito.

Quando la fattura viene pagata, l’investitore ne incassa la somma e versa il saldo all’impresa cedente al netto dei costi di commissione (in genere tra l’1% e il 3%).

I tempi per l’erogazione del credito sono rapidissimi, nella maggior parte dei casi le imprese ricevono la liquidità sul proprio conto corrente in meno di 3 giorni. 

Ma non è questo l’unico vantaggio di questo strumento di finanza alternativa. La cessione delle fatture migliora anche la posizione finanziaria netta (PFN) e l’equilibrio economico – finanziario dell’impresa.

Mentre la liquidità derivata da un finanziamento bancario figura anche tra i debiti dell’impresa, con l’anticipo sulle fattura si smobilizzano i crediti vantati nei confronti dei propri clienti e la liquidità così ottenuti non viene registrata tra le passività dell’impresa.

Per lo stesso motivo, le operazioni di invoice trading non vengono segnalate alla Centrale Rischi.

L’invoice trading e i suoi vantaggi

in questo periodo l’invoice trading (detto anche invoice financing), è una delle soluzioni più efficaci e rapide per portare in tempi brevi la liquidità di cui le aziende hanno bisogno

Secondo il report sulla finanza alternativa redatto dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, in Italia sono attivi 8 portali. 

Chiaramente, l’invoice trading è una soluzione valida per chi può vantare numerosi crediti nei confronti dei propri clienti.

Nella secondo parte di questa guida, vedremo altre fonti di finanziamento a cui le imprese possono attingere per ottenere liquidità in tempi rapidi.

Lending crowdfunding 

Il lending crowdfunding rientra nella categoria del peer – to – peer lending, termine con quale si definisce la categoria di finanziamenti erogati da privati verso altri privati. 

Le piattaforme di lending crowdfunding raccolgono i fondi di prestatori interessati a investire nell’economia reale e finanziano le imprese che fanno richiesta di credito.

Il principale vantaggio di questa formula è la velocità con cui viene erogato il finanziamento, accreditato in genere in meno di una settimana dall’invio della richiesta.

Vale tuttavia lo stesso discorso fatto per i finanziamenti bancari; trattandosi di veri e propri prestiti, vengono contabilizzati tra le passività dell’impresa andando a incidere sui valori del leverage.

Nel caso in cui gli indici di solvibilità mostrino una situazione di elevato indebitamento, è consigliabile pertanto puntare su altre fonti di finanziamento.

Equity crowdfunding 

Una soluzione alternativa al lending crowdfunding è l’equity crowdfunding, una formula particolarmente valida anche per le start-up.

In questo caso gli investitori investono nel capitale sociale dell’impresa, ricevendo in cambio quote societario in proporzione all’investimento effettuato.

Generalmente la raccolta di capitali è vincolata al raggiungimento di una soglia minima, ma può proseguire anche una volta superata la cifra prefissata.

I portali autorizzati da CONSOB a proporre campagne di equity crowdfunding in Italia sono oltre 35.

Direct lending 

Il direct lending è in realtà un cappello sotto il quale rientrano diverse tipologie di finanziamento, tra cui lo stesso crowdfunding.

Seguendo la classificazione adottata dagli Osservatori Entrepreneurship & Finance del Politecnico di Milano, con questo termine ci riferiamo in particolare ai finanziamenti alle imprese da parte di soggetti non bancari, erogati attraverso fondi di investimento sottoscritti da investitori qualificati.

In alcuni casi, l’erogazione del credito può passare attraverso piattaforme Fintech specializzate, con vantaggi in termini di tempi più rapidi e costi contenuti.

Per ciascuna di queste soluzioni gli intermediari del credito sono alleati fondamentali per scegliere la giusta soluzione per un finanziamento.

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