Il commercio online e i rischi della rete
L’European B2C E-commerce Report 2014, che riporta dati e spunti relativi all’evoluzione del commercio elettronico nel continente europeo, indica che fra la popolazione del nostro continente esistono quasi il 70% di utenti che accedono ad internet e di questi quasi la metà effettua acquisti on-line di beni e/o servizi.
Gli oltre 260 milioni di acquirenti su web hanno sviluppato nel 2013 un giro d’affari di 363 miliardi di euro, in crescita di oltre il 16% dal 2012, con il numero totale di spedizioni relative che ha superato i 3,7 miliardi.
• Connessioni a internet per 37,5 milioni di italiani (61% della popolazione), fatto che ci vede verso gli ultimi posti in Europa – peggio fanno alcuni paesi dell’Est (Russia, Bulgaria, Romania, …) e la Turchia.
• Maggior disposizione per l’acquisto di servizi piuttosto che di beni tangibili (66%, contro la media europea del 46%)
• Grande sviluppo del c.d. m-commerce, cioè dell’e-commerce effettuato tramite smartphone, che, a fronte di un incremento 2012/2013 di possessori del 23%, ha sviluppato una crescita del volume di affari del 37% pari a quasi 700 mln euro.
Lo studio Samsung Techonomic Index condotto dall’istituto Ipsos Mori e commissionato dallo European Samsung Lifestyle Research Lab, coinvolgendo i cittadini di 5 Paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna) ha rivelato che gli italiani spendono di più e trascorrono più tempo degli altri europei con strumenti elettronici, dalle tv ai pc, tablet, smartphone, ecc.: nei primi tre mesi del 2014 sono stati spesi in media 559 euro rispetto ai 360 euro degli spagnoli, 323 euro dei tedeschi, 274 degli inglesi e ai 223 euro dei francesi. L’utilizzo medio è superiore alle 8 ore al giorno. In Italia smartphone, tablet e PC vengono usati soprattutto per:
• navigare in Internet (91%),
• fruire di applicazioni (79%), • scattare immagini (79%),
• acquistare prodotti o servizi (70%),
• Cscaricare o fruire in streaming di contenuti musicali o video (58%).
E’ prevedibile quindi una crescita del mercato del commercio elettronico, che è stimata del 18% nel 2014, superiore a quella della maggior parte degli altri paesi europei. Sviluppo, quindi, e crescita, ma, contemporaneamente crescono i rischi e gli adempimenti normativi legati all’utilizzo di siti web per la commercializzazione dei prodotti. Ad esempio il Garante della Privacy col, provvedimento 08.05.2014 n° 229 , G.U. 03.06.2014, n.126, ha stabilito che per alcuni tipi di cookies, utilizzati dai siti per monitorare gli accessi, migliorare la fruibilità in relazione a preferenze dell’utente, ecc., i c.d. cookies tecnici, sarà obbligatorio avvisare della loro presenza l’utente con apposito banner. Per altri tipi di cookies, chiamati cookies di profilazione, utili a fini commerciali per registrare e seguire caratteristiche e preferenze della clientela, sarà necessario ottenere preventivamente l’autorizzazione del visitatore. Parliamo al futuro, perché il termine stabilito per adeguarsi è al 3/6/2015, ma giugno 2015 è domani e le sanzioni previste arrivano fino a 120.000 euro. Da tenere presenti anche i cosiddetti cyber risks, che, se a prima impressione sembrano interessare di più l’utilizzatore finale, sono comunque presenti anche per il venditore, sotto molteplici forme. Per poter sfruttare le opportunità che sicuramente cresceranno nel settore dell’e-commerce, il consiglio è quindi di non sottovalutare una analisi/gestione del rischio ponderata, che permetta di decidere, a ragion veduta, quali rischi è opportuno evitare del tutto, quali è necessario correre e quali contromisure si possono prendere. Ma… come fare, e, soprattutto, quali sono le contromisure? E poi, non è importante anche conoscere quanto tutto ciò comporta in termini di impegno e di costi? Per le risposte (alcune risposte!), per saperne di più, non perdete la “prossima puntata”… Oppure, per fare prima, per porre quesiti, esprimere pareri, scrivete a questo indirizzo citando “e-commerce” nell’oggetto…