Secondo una recente indagine di SNA Channel il livello del Digital Divide tra i professionisti del settore assicurativo è molto elevato, la maggior parte degli intermediari utilizza con scarsa intensità gli strumenti ed i canali della rete.
Secondo i dati dell’indagine condotta, circa il 72% degli agenti non hanno effettuato il controllo della posta elettronica per un periodo di più di 30 giorni, il 65% non ha aperto nemmeno una delle 3 comunicazioni utilizzate per il test, lo 0,35% ha interagito invece con i messaggi rispondendo o cancellando.
Il rapporto con i social network
Anche il rapporto con i social network non è dei migliori, nella maggior parte dei casi (es. Facebook) la piattaforma viene utilizzata ne più e ne meno come una sporadica vetrina, senza alcuna cura per il tipo di contenuti proposti ai loro potenziali clienti, inficiando la possibilità di acquisirli, molti infatti scelgono di non differenziare il profilo personale da quello professionale, ignari del fatto che tutte le loro azioni restano pubbliche e quindi sempre disponibili e visibili a tutti coloro che hanno accesso al profilo.
Siti vecchi e non aggiornati
Anche sul versante del proprio sito il rapporto con gli intermediari non è proprio idilliaco, nella maggior parte dei casi infatti vengono presentati contenuti vecchi e non aggiornati, viene riscontrata assenza di elementi di contatto con la propria clientela, sono presenti errori di battitura e mancano i relativi contenuti tradotti in altre lingue.
In parole povere l’immagine aziendale degli intermediari presi in esame non fa una gran figura, rischiando di allontanare sempre di più la potenziale cliente da un eventuale richiesta di contatto o di preventivo con l’intermediario.
Come abbiamo già avuto modo di analizzare (qui) il futuro dell’intermediazione assicurativa è sempre più orientato al web e ai canali presenti in rete, la maggior parte degli acquisti oggi avviene tramite internet ed i portali e-commerce, spetta quindi agli intermediari mettere in moto la propria macchina digitale.
