Expo, cibo e assicurazioni
Un recente sondaggio della Febaf (Federazione Banche Assicurazioni e Finanza), dal titolo “Finanza, Agricoltura e Industria: comportamento di consumo, strumenti finanziari e prospettive dell’agroalimentare”, offre alcuni spunti di riflessione e di stimolo.
I risultati si possono riassumere in tre schemi, che riportiamo di seguito:
• Credi ci sarà un miglioramento delle prospettive del mercato agricolo in Italia nei prossimi 5 anni?
• Sì : 65%
• No : 2%
• Non so : 33%
• Consideri l’eCommerce una strategia commerciale vincente per le imprese agricole?
• Sì : 71%
• No : 11%
• Non so : 18%
• Credi che una più stretta partnership tra aziende agricole e banche, assicurazioni, fondi possa contribuire al rilancio del settore agroalimentare italiano nei prossimi anni?
• Molto : 84%
• Poco : 16%
• Nulla : 0%
Va ricordato che la base del sondaggio era numericamente limitata e tendenzialmente operante nei settori finanziario e della libera professione, tuttavia è abbastanza significativa la sostanziale visione di un settore (quello agroalimentare italiano) che:
• è in possibile crescita;
• deve sfruttare ed integrarsi con le nuove tecnologie di comunicazione e commerciali;
• può fare un deciso balzo in avanti non solo con sinergie “orizzontali”, ma anche e soprattutto con la collaborazione e la partnership di Banche, Istituzioni finanziarie e Assicurazioni.
L’attenzione ed il riconoscimento delle opportunità di crescita del settore è confermata anche dai dati diffusi con il V Rapporto: “Gli italiani e l’agricoltura” presentato ad Expo il 18 maggio a margine del convegno sul tema: “L’agricoltura che sconfigge la crisi. La sfida della multifunzionalità dal 18 maggio 2001” organizzato dalla Fondazione UniVerde e da Coldiretti.
Partiamo dal primo punto.
Crescita possibile: in base ai dati ricavati dall’AgrOsserva di Ismea e Unioncamere del IV trimestre 2014 pubblicato a febbraio 2015, i dati alla fine dell’anno scorso in termini di crescita su base annua di esportazioni (+2,4%), di occupazione (+1,5%), e, in piccola parte, anche dei consumi interni, fanno ipotizzare una crescita più sostenuta nel 2015, sperando anche nell’effetto volano di Expo 2015.
Va tenuta presente, per il 2014, la congiuntura sfavorevole legata all’embargo verso la Russia e alla situazione conflittuale nel nord Africa. I timidi dati generali positivi rilevati nel 2015, anche se secondo alcuni legati perlopiù a fattori esogeni, dovrebbero significare anche una crescita più robusta per il settore agroalimentare.
Le nuove tecnologie: lo sviluppo dell’e-commerce sia b2b che b2c, oltre alle forniture “a chilometro zero”, che facilmente potrebbero diffondersi sfruttando social network ed altri mezzi pubblicitari a basso impatto di costi, dovrebbero contribuire con un ulteriore impulso alla crescita.
Le sinergie tra finanza, assicurazioni e aziende: è fin troppo logico che da una collaborazione concreta fra gli attori che governano i rapporti economici da una parte, la sicurezza o la tranquillità del futuro dall’altra e chi necessita di questi supporti e contribuisce (non dimentichiamolo) al funzionamento degli stessi, possono avere origine solo effetti positivi.
La Febaf ha infatti annunciato un “Tavolo” che dovrebbe svolgersi nell’ambito di Expo 2015 fra i vertici di ABI, ANIA e le Organizzazioni rappresentative delle Aziende Agroalimentari.
Ora, senza nulla togliere all’importanza di questi incontri istituzionali, che possono dare indicazioni su indirizzi strategici, linee guida, temi da approfondire, e indicazioni “politiche”, l’impressione è che a volte in queste sedi manchi qualcosa in punto concretezza e immediatezza delle azioni che possono dare frutti.
Partendo dal piccolo a volte si arriva più velocemente ad effetti pratici (si spera positivi) che possono poi essere riprodotti su altra scala o fornire un esempio di “best-practice”.
E’ quando stiamo facendo in Adeia con il progetto Perbacco! Vino & Territorio, che appunto vuole coinvolgere Aziende vitivinicole, Compagnie Assicurative e Istituti bancari per la creazione di un protocollo operativo “virtuoso”, destinato a far ulteriormente crescere un settore già di eccellenza mondiale.
Il principio animatore ridotto all’estrema essenzialità dovrebbe essere:
Azienda ben gestita in punto rischi > Minor rischio per la Banca > Migliori condizioni e accesso al credito,
con la precisazione che la buona gestione dei rischi non è limitata ad una sottoscrizione di coperture assicurative, ma è un processo di vera analisi, gestione ed eventuale trasferimento dei rischi; mentre la miglior gestione dei rapporti bancari non significa solo più denaro a minor costo, ma anche un approccio alla gestione finanziaria consapevole e assistito da esperti.
La finalità è quella di rendere maggiormente consapevole l’imprenditore (che rimane comunque il dominus indiscusso dell’azienda), nelle scelte che può o deve effettuare in totale autonomia, ma con un punto di riferimento e di assistenza che dia basi tecniche e di know-how su temi non direttamente legati alla specifica produzione, come i rischi e la finanza.