Dall’origine storica alle guerre commerciali moderne: guida completa ai dazi doganali per intermediari
I dazi doganali sono tornati prepotentemente al centro del dibattito economico e politico globale. Con le recenti decisioni dell’amministrazione Trump di imporre nuove tariffe su prodotti provenienti da Europa, Cina e altri paesi, comprendere queste misure commerciali è diventato fondamentale non solo per gli addetti ai lavori del commercio internazionale, ma anche per chi opera nel mondo della finanza, del credito e delle assicurazioni.
Ma cosa sono esattamente i dazi? Come funzionano? E perché un intermediario dovrebbe interessarsene? Questo articolo esplora il mondo dei dazi doganali, dalla loro definizione alle implicazioni pratiche per i professionisti del settore finanziario.
Cosa sono i dazi doganali?
I dazi doganali sono imposte indirette che possono essere applicate sia sulla quantità che sul valore di beni o servizi e che vengono riscosse nel momento in cui un bene viene importato o esportato verso Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea. Possiamo definirli come una sorta di “barriera artificiale” alla circolazione di merci e servizi fra due o più Paesi.
Il più delle volte, il dazio interviene all’ingresso di un determinato bene in un Paese, quindi all’importazione: in questo caso, chi importa deve versare il dazio alla dogana. Ma i dazi possono anche essere applicati alle esportazioni, anche se si tratta di misure eccezionali e molto rare, riservate a casi particolari come beni strategici o crisi internazionali.
Tipologie di dazi
I dazi doganali possono essere classificati in diverse categorie:
- Dazi ad valorem: sono calcolati in percentuale sul valore della merce importata. Per esempio, un dazio del 20% su un prodotto dal valore di 100 euro comporterà un’imposta di 20 euro.
- Dazi specifici: l’importo è stabilito in base alla quantità fisica della merce (peso, volume, numero di pezzi), indipendentemente dal suo valore. Ad esempio, 1 euro per ogni chilogrammo di merce importata.
- Dazi misti: possono essere applicati, a discrezione della dogana o su richiesta dell’operatore, sia in modo specifico che ad valorem.
- Dazi reciproci: sono tariffe imposte da un Paese in misura equivalente o proporzionale a quelle applicate da un altro Paese ai suoi prodotti.
Funzioni principali dei dazi
I dazi assolvono a tre funzioni fondamentali:
- Protezione dell’economia nazionale: mirano a proteggere i settori produttivi nazionali dalla concorrenza estera, specialmente quelli considerati strategici o che attraversano fasi di sviluppo iniziale.
- Fonte di entrate fiscali: storicamente hanno rappresentato una fonte di reddito per gli Stati.
- Strumento di politica commerciale: vengono utilizzati per influenzare i flussi commerciali, tentare di riequilibrare il saldo tra importazioni ed esportazioni o come leva negoziale nelle relazioni internazionali.
Possibili effetti negativi
Tuttavia, gli economisti evidenziano alcuni problemi che possono derivare dall’imposizione dei dazi doganali:
- Aumento dei prezzi per i consumatori: rendendo più costosi i prodotti importati, i dazi si possono tradurre in prezzi più elevati per i consumatori finali, con conseguente riduzione del potere d’acquisto.
- Inefficienza economica: proteggendo settori non competitivi, i dazi possono rallentare l’innovazione e l’adattamento delle imprese, perpetuando inefficienze produttive.
- Ritorsioni commerciali: come dimostra anche la cronaca recente, l’imposizione di dazi tende a provocare reazioni simili da parte dei paesi colpiti, innescando potenzialmente “guerre commerciali” dannose per tutte le economie coinvolte.
Focus: Perché un intermediario dovrebbe conoscere i dazi doganali?
Anche se i dazi doganali non rientrano tra gli argomenti tecnici centrali degli esami OCF, IVASS o OAM, restano un tema di grande rilevanza per tutti coloro che operano nel settore finanziario, assicurativo o creditizio. Conoscere il funzionamento dei dazi, il loro impatto sui mercati internazionali e le politiche economiche globali è utile per comprendere meglio gli scenari macroeconomici in cui si muovono i clienti – siano essi privati, investitori o imprese.
Le variazioni tariffarie influenzano direttamente i costi di importazione, la competitività delle imprese e le dinamiche settoriali, con ricadute su leasing, coperture assicurative, accesso al credito o analisi dei portafogli. Saper leggere questi fenomeni, anche nei loro riflessi pratici, aiuta ogni intermediario ad affinare la propria capacità di consulenza, di valutazione del rischio e di costruzione di relazioni consapevoli con il cliente.
Come funzionano?
I dazi doganali seguono un meccanismo di applicazione preciso. Quando un’azienda o un individuo importa merci da un paese extra-UE, è tenuto a pagare queste imposte per sdoganare la merce. Si calcolano sul cosiddetto “valore in dogana”, che comprende il prezzo della merce e le spese accessorie come trasporto e assicurazione fino al punto di ingresso nell’Unione Europea.
Chi li paga?
I dazi doganali sono generalmente a carico dell’importatore o destinatario della merce, che deve assolverli per completare lo sdoganamento. Tuttavia, la responsabilità del pagamento dipende dagli accordi contrattuali tra venditore e acquirente (es. Incoterms). Se il destinatario rifiuta di pagare, il vettore può rivalersi sul mittente o trattenere la merce. È quindi essenziale chiarire preventivamente chi sostiene i costi doganali.
Per evitare ritardi e contestazioni, è consigliabile specificare nei documenti di trasporto e nella fattura commerciale la resa Incoterms scelta (es. DAP – Delivered At Place), così da rendere esplicita la ripartizione dei costi, inclusi i dazi doganali.
Dazi Doganali vs. IVA doganale
È importante distinguere i dazi doganali dall’IVA doganale, poiché sono due imposte diverse che si applicano alle importazioni. I dazi doganali sono imposte che colpiscono specificamente la merce importata da paesi extra-UE, il cui importo varia a seconda del tipo di bene. L’IVA doganale, invece, è l’imposta sul valore aggiunto che si applica alle importazioni e viene calcolata sulla somma di tre elementi: il valore del prodotto, le spese di spedizione e l’importo del dazio doganale stesso. In Italia, l’aliquota IVA applicata è generalmente del 22%.
Chi li incassa?
Tipicamente, il Paese importatore che applica l’imposta. Nell’Unione Europea, gli Stati membri sono responsabili della riscossione dei dazi, ma trattengono solo il 25% degli importi riscossi (almeno per quanto riguarda il periodo 2021-2027).
Breve storia dei dazi: dalle città-stato al presidente Trump
I dazi non sono certo una novità del nostro tempo. La loro origine risale al mondo antico, quando le città-stato, già ai tempi della Magna Grecia e dell’Impero romano, imponevano tasse sul commercio delle merci che entravano nei loro territori.
Nel Medioevo, con la frammentazione politica del territorio, i dazi divennero ancora più diffusi: si pagava una tassa non solo per l’importazione, ma anche per il semplice transito delle merci attraverso ciascun territorio.
Durante il periodo del mercantilismo (XVII-XVIII secolo), i dazi raggiunsero il loro apice: ogni Stato cercava di mantenere in attivo la propria bilancia commerciale, esportando più di quanto importasse, e le tariffe doganali sulle merci in entrata erano particolarmente elevate.
Con l’avvento del XIX secolo, si assistette a una progressiva riduzione delle barriere doganali, anche se molti Stati tornarono al protezionismo dopo la grave crisi economica del 1873-1896, così come accadde con la crisi del 1929: negli Stati Uniti, per esempio, lo Smoot-Hawley Tariff Act del 1930 stabilì dazi elevati su numerose merci importate.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i Paesi occidentali si orientarono nuovamente verso il libero scambio, con la nascita del GATT nel 1947 (poi diventato WTO nel 1995) e la progressiva riduzione delle barriere doganali. In Europa, i dazi tra i Paesi membri furono completamente eliminati nel 1968 con il completamento dell’Unione doganale della CEE.
Il panorama attuale dei dazi è dominato principalmente dalla politica commerciale degli Stati Uniti, che sotto la presidenza Trump ha intrapreso una decisa svolta protezionistica, imponendo un’aliquota unica del 10% su tutte le merci provenienti da Paesi extra-Cina, dazi fortemente aumentati nei confronti delle merci cinesi e imposte mirate su settori strategici, come il 25% su acciaio e alluminio.
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