La BCE abbassa i tassi d’interesse, ossigeno per prestiti e mutui.

Negli ultimi anni i tassi dei mutui sono rimasti alti, ma già da qualche mese si aspetta una loro riduzione. Finalmente sembra arrivare. Cosa comunica la BCE e cosa accadrà ai tassi dei mutui nel prossimo futuro.

Era già nell’aria la notizia ed ora, nel mese di giugno 2024, è arriva la conferma con un comunicato realizzato dal Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Nel comunicato si legge che la BCE ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base. In particolare, ecco le variazioni:

  • Il tasso di rifinanziamento è sceso dal 4,50% al 4,25%
  • Il tasso sui depositi cala dal  4% al 3,75%
  • Il tasso sui prestiti marginali si riduce dal 4,75% al 4,50%.

Quello della Banca Centrale Europea è il primo taglio dei tassi in cinque anni e passerà alla storia anche come il primo taglio del tasso principale dal 2016. 

Perché ha deciso di ridurre i tassi di interesse? La motivazione è riportata all’interno del comunicato: 

«Basandosi su una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati».

Nel comunicato il Consiglio Direttivo sottolinea che da settembre 2023 l’inflazione si è ridotta di 2,5 punti percentuali ed è per questo che le prospettive sono migliorate.

La BCE, inoltre, stima che l’inflazione nel 2024 avrà una media del 2,5%, del 2,2% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026. E scrive che si impegnerà a garantitre che l’inflazione torni al suo obiettivo, del 2% nel medio termine, in modo tempestivo. Allo stesso tempo, ha accresciuto le stime di crescita per l’economia dell’Eurozona per il 2024, che passano da +0,6 a +0,9%, e peggiorato quelle per il 2025, scese dall’1,5 all’1,4%, confermando quelle per il 2026 (1,6%).

Perché i tassi dei mutui si alzano

Per comprendere perché i tassi dei mutui si alzano bisogna ricordare qual è il ruolo della BCE nell’Eurozona. La Banca Centrale Europea ha, di fatto, sostituito le banche centrali dei singoli Paesi che la usano, a volte, per chiedere dei prestiti, soldi che poi prestano, a loro volta, capitali alle persone e alle imprese. 

All’interno di questo quadro, la BCE aumenta i tassi di interesse, allo scopo di ridurre l’inflazione. Anche se sembra un paradosso, non lo è. Alzare i tassi di interesse, infatti, riduce di conseguenza la quantità di denaro in circolazione. Questa si riduce proprio per il costo del denaro, che cresce con l’aumento dei tassi di interesse. 

In questo sistema è evidente che se i tassi di interesse sono alti, gli utenti sono meno inclini a chiedere prestiti e anche le banche centrale meno propense a richiedere prestiti alla BCE, con un calo della quantità di denaro in circolazione e una conseguente riduzione dell’inflazione. 

Quando la BCE ha abbassato i tassi d’interesse, ossigeno per prestiti e mutui

Negli anni scorsi, la BCE ha già varato altri tagli sui tassi di interesse di riferimento facendogli toccare la soglia del minimo mai raggiunto in precedenza, con l’intento ovviamente di stimolare l’economia reale cercando di portare prodotti del credito come prestiti e mutui ad un livello nettamente più accessibile alle famiglie e alle imprese italiane.

Anche quando ha abbassato i tassi di interesse in passato, la BCE ha avuto sempre le stesse motivazioni di fondo: innescare quella scintilla di fiducia da parte dei consumatori che potesse far leva sul mercato ed accelerare la ripresa del mercato del credito. Il taglio dei tassi d’interesse è sempre stato uno strumento per creare opportunità di mercato per gli intermediari ed i mediatori del credito che ancora oggi sono il vero volano del settore, assumendo un ruolo di primo piano rispetto al precedente ruolo di semplice alternativa al mercato bancario del credito.

La decisione della BCE sulla riduzione dei tassi, sia l’ultima sia quelle fatte in passato, aprono il varco ad una platea di offerte molto vasta in cui sarà difficile orientarsi, e a fare da guida sono sicuramente i vari intermediari e mediatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, queste figure professionali sono indispensabili in uno scenario mutevole come questo, saper identificare precisamente le richieste dei consumatori, siano essi privati o imprese, ed indirizzarle verso i prodotti che possano essere più soddisfacenti in base alle necessità.

In generale, osserviamo piccoli segnali di ripresa, non così chiari da avere un pieno stimolo della crescita economica, ma vanno comunque presi in considerazione, sottolineando che una ripresa dei prodotti creditizi significherebbe anche maggiore propulsione all’edilizia che è uno dei settori che da sempre sostiene l’economia Italiana

Quando la BCE ha abbassato i tassi d’interesse, ossigeno per prestiti e mutui

Negli anni scorsi, la BCE ha già varato altri tagli sui tassi di interesse di riferimento facendogli toccare la soglia del minimo mai raggiunto in precedenza, con l’intento ovviamente di stimolare l’economia reale cercando di portare prodotti del credito come prestiti e mutui ad un livello nettamente più accessibile alle famiglie e alle imprese italiane.

Anche quando ha abbassato i tassi di interesse in passato, la BCE ha avuto sempre le stesse motivazioni di fondo: innescare quella scintilla di fiducia da parte dei consumatori che potesse far leva sul mercato ed accelerare la ripresa del mercato del credito. Il taglio dei tassi d’interesse è sempre stato uno strumento per creare opportunità di mercato per gli intermediari ed i mediatori del credito che ancora oggi sono il vero volano del settore, assumendo un ruolo di primo piano rispetto al precedente ruolo di semplice alternativa al mercato bancario del credito.
La decisione della BCE sulla riduzione dei tassi, sia l’ultima sia quelle fatte in passato, aprono il varco ad una platea di offerte molto vasta in cui sarà difficile orientarsi, e a fare da guida sono sicuramente i vari intermediari e mediatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, queste figure professionali sono indispensabili in uno scenario mutevole come questo, saper identificare precisamente le richieste dei consumatori, siano essi privati o imprese, ed indirizzarle verso i prodotti che possano essere più soddisfacenti in base alle necessità.

In generale, osserviamo piccoli segnali di ripresa, non così chiari da avere un pieno stimolo della crescita economica, ma vanno comunque presi in considerazione, sottolineando che una ripresa dei prodotti creditizi significherebbe anche maggiore propulsione all’edilizia che è uno dei settori che da sempre sostiene l’economia Italiana.

 

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